Spesso mi capita di rispondere alla domanda, che lavoro fai. La verità è che rispondo in modo sempre diverso. Forse perché il mio lavoro si arricchisce con le esperienze di ogni giorno e anche se non cambia nella sostanza, cambiano le storie di chi alleno. Sono le storie, probabilmente, a influenzare le mie risposte. C’è una definizione, tuttavia, che torna spesso. Dico che sono una specie di cercatore d’oro: l’oro che sta dentro le persone, la scintilla che le anima, che brilla quando sorridono o parlano o fanno quello che amano fare. Quella luce è la cosa che m’interessa di più ed è il riflesso delle potenzialità individuali, delle qualità e dei valori che vivono in quello che siamo e che facciamo e ci rendono più felici o comunque più soddisfatti di noi.
O vinci o impari
Da qualche settimana è in edicola il mio primo libro. S’intitola “O vinci o impari” ed è edito da Solferino. Contiene ventidue interviste che diventano racconti, in prima persona, di campioni di ieri, di oggi, forse di domani. Da Dino Zoff a Matteo Berrettini, da Pietro Mennea a Flavia Pennetta, passando per atleti straordinari nelle proprie discipline, e tuttavia meno conosciuti a causa delle strane leggi che governano il mondo. Per me, scrivere queste storie è stato un lavoro assai faticoso, poiché realizzato in assenza di tempo, eppure bellissimo. Perché mi ha permesso di mettere insieme due grandi passioni della mia vita. Ascoltare e raccontare
I muscoli dell’anima
Sono le qualità delle persone a guidare il mio lavoro: le alleno come se fossero dei veri e propri muscoli. È attraverso la consapevolezza e l’allenamento di tali qualità che i miei clienti, nella maggior parte dei casi atleti professionisti o semi-professionisti, riescono a superare i propri freni, ad affrontare le difficoltà che incontrano e spesso a raggiungere gli obiettivi che si pongono. Vi sono qualità che possiamo definire agonistiche, o competitive, ad esempio la perseveranza o l’audacia o la determinazione. Altre che hanno un contenuto più relazionale, ad esempio la gratitudine, la gentilezza, l’empatia, l’onestà, l’amore. Sono le qualità relazionali a dare un senso, una direzione alle qualità competitive.
Lo sport
Lavoro da anni con sportivi, professionisti e non, di diverse discipline: tennis, canottaggio, tuffi, sci, equitazione, boxe, calcio, atletica leggera, pattinaggio artistico, danza, tiro a segno. Se fino ad oggi ho scelto soprattutto lo sport, è perché la luce delle qualità individuali, su un campo da tennis o su un trampolino, brilla di più. Tutti noi tendiamo ad esprimere il nostro meglio, dunque a dispiegare le nostre potenzialità, nelle attività che ci appassionano; e, di solito, chi fa sport ama molto quello che fa.
La vita
Quando uno sportivo scende in campo, porta dentro di sé la persona che è. Viceversa, quando esce dal campo, porta dentro di sé le qualità che ha allenato nell’attività sportiva. Dunque le potenzialità che aiutano nello sport possono anche essere assai utili nella vita di ogni giorno. Nello studio, nel lavoro, nei rapporti con gli altri. E viceversa. Per questo si può dire che lo sport allena alla vita. E la vita allena allo sport.
Prima del risultato
I risultati degli atleti con i quali lavoro sono l’ultima cosa che guardo. Mi interessano poco, perché mi dicono poco. Un’eccessiva, spesso esclusiva attenzione al risultato porta a vivere con troppa tensione le gare e a perdere il piacere e dunque il senso di fare sport. Di più, non aiuta a vedere dove e cosa migliorare. Di più ancora, se spinta agli estremi, porta a conclusioni eticamente discutibili: come, ad esempio, che il fine giustifica i mezzi.
Molto di più conta, per me, come i ragazzi e le ragazze con cui lavoro sono in allenamento, come sono in gara, come affrontano la frustrazione e in generale le difficoltà, come accolgono gli errori e le sconfitte e come usano le vittorie. Mi interessa come parlano con i loro allenatori e con i loro compagni. Come dialogano con se stessi. Sono queste le aree sulle quali li alleno. Non sempre tutto questo porta a vincere. Però assai spesso porta a migliorare nello sport e anche nella vita. A sentirsi più felici, più soddisfatti di sé.
Attività di coaching formativo e docenze
Il coaching in ambito sportivo mi ha offerto spunti che trovano applicazione anche in diverse aree della vita. Ho lavorato e lavoro spesso in azienda, in particolare nel mondo del credito, della comunicazione e della salute. Da diversi anni insegno al Master in Crisis Resource Management, organizzato dall’Alta Scuola di Strategia e Management delle Aziende Sanitarie dell’Università Cattolica di Roma. Ho inoltre svolto attività di docenza per Master di primo e secondo livello dell’Università LUMS Jean Monet di Bari.
Compagni d’avventura
Da oltre 10 anni ho il piacere e la gioia di condividere con un gruppo di professionisti i pensieri di ogni giorno, il metodo di lavoro, la visione del futuro. Sono Paolo Loner, mental coach come me, molto attivo nello sport; Cristiano Pravadelli, Psicologo e Preparatore Mentale FIT; Riccardo Spadoni, professore di italiano e mental coach specializzato in apprendimento e metodi di studio. Con loro ho sviluppato negli anni un progetto, che si chiama Sport4Life, che ha dato vita ad esperienze per me molto importanti e che ci ha permesso di elaborare un metodo fondamentale per il nostro lavoro.
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